Vita contemplativa o dell'inazione

Versione cartacea

Editore: NOTTETEMPO
Pagine: 144
Genere: Saggistica
Altri generi: Filosofia, Attualità
ISBN: 9791254800676
Tipologia: Libro
Collana:
Anno di edizione:
Note: Traduttore: Simone Aglan-Buttazzi
Percorsi: Saggistica
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Editore: NOTTETEMPO
Pagine: 144
Genere: Saggistica
Altri generi: Filosofia, Attualità
ISBN: 9791254800676
Tipologia: Libro
Collana: Saggi. Figure
Anno di edizione: 2023
Note: Traduttore: Simone Aglan-Buttazzi
Percorsi: Saggistica

In questo saggio l'autore ripercorre le ricchezze, lo splendore e la magia della non-attività e progetta un nuovo modo di vivere, una nuova vita contemplativa, in uno stimolante confronto con Vita activa di Hannah Arendt. L’inattività - secondo le parole del filosofo - non è una negazione, un rifiuto, una mera assenza di attività, ma una facoltà autonoma di comprensione e contemplazione del mondo.

«È il filosofo più famoso del mondo, e anche il più coerente.» - Leonardo Caffo, Sette – Corriere della Sera

«Han è un ottimo candidato a essere il filosofo della nostra epoca.» - Los Angeles Times


Il motore potente e implacabile della società contemporanea è il principio di prestazione. Oggi l’inazione, la contemplazione, l’ascolto sono considerati forme passive, debolezze, carenze: non sembrano avere alcun valore in un sistema che concepisce la vita esclusivamente in termini di lavoro e produzione. Eppure, secondo Byung-Chul Han l’inazione è una delle attitudini più preziose dell’esistenza: nella contemplazione, infatti, l’essere umano vive davvero – al di là della mera sopravvivenza, in cui ogni agire è mosso da stimoli e mirato all’appagamento dei propri bisogni, alla risoluzione di problemi determinati, al raggiungimento di obiettivi spesso eterodiretti. Solo il silenzio permette di tendere l’orecchio al mondo, e solo l’ascolto può condurre all’esperienza vera, alla comprensione profonda dell’essere. L’inazione, dunque, non è né negazione né semplice assenza d’azione, ma va intesa come ciò che “dà forma all’ambito dell’humanum”, rendendo genuinamente umano l’agire. In questo libro lucido e ispirato Han celebra le infinite potenzialità, l’incanto e la ricchezza del non agire e, in uno stimolante confronto con Vita activa di Hannah Arendt, progetta un nuovo modo di vivere: la vita contemplativa che la natura e la nostra società sull’orlo del collasso oggi chiedono a gran voce. Perché “il futuro dell’umanità”, scrive il filosofo, “non dipende dal potere di chi agisce, bensì dal rilancio della capacità contemplativa”.