Alcuni vi percepirono la realizzazione del Magnificat con i potenti rovesciati dai troni, altri vi riconobbero una catastrofe paragonabile al suicidio di un popolo. A cento anni di distanza, il carattere tragico della rivoluzione russa è indiscutibile, eppure restano dei nodi che ancora meritano di essere approfonditi: un paese florido che si sgretola comw un guscio vuoto; una Chiesa onnipresente che non riesce a proporre una via pacifica per superare le divisioni; un evento che sembrava localizzato in un paese ai confini dell'Europa che si rivela l'origine di un fenomeno mondiale e appare oggi come il compimento di un processo europeo: "E' la Chiesa che ha abbandonato il popolo o è il popolo che ha abbandonato la Chiesa?" si sarebbe chiesto una ventina di anni prima Eliot uno dei pensatori, ex marxisti approdati al cristianesimo (Berdjaev, Bulgakov, Frank, sopra tutti) che ci guidano alla rilettura del 1917