A cinquant’anni dalla morte, la riflessione dell’italo-tedesco Romano Guardini, maestro di Jorge Mario Bergoglio, ritorna a nuova attualità. Il volume rilegge il cuore della filosofia guardiniana, la sua dottrina dell’opposizione polare, alla luce degli scritti inediti pubblicati negli ultimi anni. La teoria della polarità appare, così, come una pagina radicata nella biografia del filosofo e, al contempo, come un tentativo di risposta alle dilacerazioni storico esistenziali provocate dalla Grande Guerra. Il risultato è un pensiero antinomico, teso tra unità e distinzione, il cui scopo è riconciliare soggetto e oggetto, libertà e verità, modernità e religione. Fedele alla lezione di Max Scheler, Guardini persegue, attraverso l’incontro con Agostino e Bonaventura, un conoscere affettivo capace di unire cuore e ragione, intuizione e concetto. Un contributo ancora oggi di grande rilievo in un contesto internazionale fortemente polarizzato. Come scriveva Guardini nel 1964: «La teoria degli opposti è la teoria del confronto, che non avviene come lotta contro un nemico, ma come sintesi di una tensione feconda, cioè come costruzione dell’unità concreta».Oggi, dopo la crisi della globalizzazione, il mondo torna ancora una volta a dividersi secondo faglie che da oppositive tendono a diventare contraddittorie. Per questo il modello antinomico, che tiene uniti gli opposti impedendone la guerra, è il paradigma di cui il momento presente ha urgentemente bisogno. Guardini, adeguatamente ripensato, torna ad essere un autore chiave per il nostro tempo.