Giorgio Ferro amò il mare. Si imbarcò giovanissimo come mozzo e seguì la carriera di marinaio fino a divenire nostromo. Visse sulla nave scuola Amerigo Vespucci e a bordo di incrociatori e di sottomarini. La sua umanità si dispiegò pienamente, sempre alla ricerca di un incontro significativo che desse senso alla sua esistenza. Per amore della famiglia tornò sulla terra ferma. Il dolore per il distacco avrebbe potuto piegarlo e invece fu un nuovo inizio grazie all'incontro con don Luigi Giussani. I frutti di bene derivati da quell'amicizia sono descritti in questo libro.