Questo volume riproduce il testo dell'edizione del giugno 1964 di Poesia in forma di rosa, una versione aggiornata e corretta rispetto alla prima pubblicazione avvenuta poche settimane prima, nell'aprile dello stesso anno. Pasolini sceglie per questa raccolta, vero e proprio romanzo autobiografico in versi, non un'architettura che ne organizzi le esperienze ma un andamento diaristico che – osservò l'autore in un'intervista – «racconta punto per punto i progressi del mio pensiero e del mio umore» in quegli anni. Si alternano così diversi registri e forme espressive, immagini ora immobili ora febbrili, sequenze fredde e ironiche: «è la forma diaristica del libro quella che fa sì che le contraddizioni vengano rese estreme, mai conciliate, mai smussate, se non alla fine del libro». È in questo dono, o forse groviglio, che si condensano la forza e l'attrazione di Pier Paolo Pasolini.