Cattolicismo

Aspetti sociali del dogma. Sezione III: Chiesa

Versione cartacea

Editore: JACA BOOK
Pagine: 422
Genere: Teologia
ISBN: 9788816305670
Tipologia: Libro
Formato: 15 x 23
Anno di edizione:
Note: Brossurato
Tag: Sacerdoti
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Editore: JACA BOOK
Pagine: 422
Genere: Teologia
ISBN: 9788816305670
Tipologia: Libro
Formato: 15 x 23
Anno di edizione: 2017
Note: Brossurato
Tag: Sacerdoti
«Il senso che la Chiesa, e l'appartenenza ad essa, riveste per il credente in Cristo, per il suo essere uomo e la sua salvezza è tutt'altro che scontato: verrebbe anzi da dire che è sempre meno scontato. Quale sia il motivo per cui, in altri termini, la salvezza si realizzi - pur in modo incipiente - in forma ecclesiale e perché il credere del cristiano sia strutturalmente un con-credere rimane quasi sempre questione inevasa. [...] La visione ecclesiologica di de Lubac resta a tutt'oggi, tra gli studi occidentali, una delle poche all'altezza di una tale fondamentale questione. Ciò è evidente quando si leggano i testi a carattere ecclesiologico del teologo di Lione in raffronto con gli altri suoi studi, soprattutto quelli sul soprannaturale: cosa assolutamente legittima e forse doverosa dal momento che, come ha notato un autorevole commentatore come Balthasar, in Cattolicismo c'era già in nuce tutto quanto si sarebbe sviluppato nella monumentale opera di de Lubac. In un tale orizzonte appare infatti evidente come esista, per così dire, un "aspetto sociale del soprannaturale": tanto più visibile quanto più si passi da una sua considerazione in termini formali a una sua lettura che ne rifletta la concretezza cristologica. L'uomo è creato non solo in una generica immagine di Dio, ma porta impressa in sé l'immagine del Viglio fatto uomo, dell'Unigenito che si è fatto il "primogenito di molti fratelli" (Rm 8,29): per questo non esiste altra vocazione umana che non sia quella alla filiazione divina e, dunque, alla fraternità con gli altri uomini. Il senso per il quale la Chiesa sia la forma incipiente della salvezza è rinvenibile quando si consideri che non esiste uomo se non in Cristo e, dunque, vocato alla filiazione divina e alla fraternità inter-umana. Per l'uomo essere è partecipare dell'essere di Cristo e dunque, co-essere con gli altri uomini, suoi fratelli. Si tratta di dimensioni fondamentali e in certo senso previe a qualunque altra riflessione ecclesiologica, su cui l'opera delubachiana può ancora beneficamente indirizzare.»
Dall'Introduzione di Roberto Repole alla Sezione terza dell'Opera Omnia
Henri de Lubac nacque nel 1896 a Cambrai, nel nord della Francia. A diciassette anni entrò nella Compagnia di Gesù. Terminati gli studi teologici a Lione-Fourvière, fu ordinato sacerdote nel 1927. Due anni dopo fu nominato professore di teologia presso la Facoltà teologica di Lione.
Nel 1946 pubblicò Surnaturel, dove proponeva di concepire in modo unitario il rapporto tra l’ordine della creazione, la natura, e quello dell’evento cristiano, il soprannaturale. Molti influenti teologi videro nell’opera una indebita reinterpretazione di san Tommaso. Le aspre polemiche che ne seguirono portarono De Lubac ad autosospendersi dall’insegnamento fino a quando Pio XII gli fece avere una lettera di approvazione del suo lavoro.
De Lubac è stato uno dei principali ispiratori del Concilio Vaticano II, dove venne chiamato a lavorare in qualità di perito.
Il 2 febbraio 1983 Giovanni Paolo II lo elevò alla dignità di cardinale.
Morì a Parigi il 4 settembre 1991.