Marcellino pane e vino

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Marcellino Pane e Vino racconta la storia di un bambino abbandonato davanti ad un convento di frati che lo accolgono e lo allevano. Un giorno scopre nella soffitta un enorme crocifisso che desta in lui una profonda compassione tanto da decidere di prendersene cura portandogli da mangiare e riparandolo dal freddo.
Quell’amicizia lo rende felice; l’Uomo della soffitta diventa tutto per il suo cuore semplice, il centro dei suoi pensieri e della sua affezione.
«Gli occhi di Marcellino Pane e Vino» ha commentato don Luigi Giussani «sono due occhi sgranati sulla positività dell’essere».

Da questo racconto, scritto per i bambini e capace di commuovere gli adulti, è stato tratto il celebre film.

«Ho pensato di raccontare una delicata storia cristiana, né antica né moderna, che ci stia a dire se ancora esista, o meno, una qualche lagrima da offrire in omaggio all’amor di Dio.»
José María Sánchez Silva

Illustrazioni di Arcadio Lobato

(Spagna, 1911-2002)

Il padre di José María Sánchez Silva era un giornalista vicino all’anarchia, che scriveva sulla rivista La Tierra e che dovette fuggire dalla Spagna nel 1939. Già molti anni prima la famiglia era rimasta separata e José María aveva vissuto con il padre per pochissimo tempo; in alcuni periodi fu praticamente un bambino vagabondo. Entrò in istituti per orfani e bambini in situazione precaria e imparò la meccanografia e la dattilografia, con cui conseguì un posto di dattilografo al comune di Madrid.

Durante la Guerra civile rimase nella zona repubblicana, a Madrid, collaborando con le attività della Falange clandestina fin dal primo momento dell’ingresso in città delle truppe franchiste. Nel 1939 incominciò a lavorare come giornalista al quotidiano Arriba, di cui divenne poi vicedirettore, e inoltre collaborò con il quotidiano El Pueblo.

José María Sánchez Silva divenne celebre con il racconto Marcellino Pane e Vino, da cui fu tratto l’omonimo film diretto da Ladislao Vajda, e fu uno dei grandi successi del cinema spagnolo a livello internazionale. Ottenne il premio nazionale di letteratura nel 1957 e il  premio Andersen del 1968.