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Popieluszko

"Non si può uccidere la speranza"

Versione cartacea

A cura di: Annalia Guglielmi
Editore: ITACA
Pagine: 176
Genere: Testimoni
Altri generi: Storia contemporanea, Totalitarismi
ISBN: 9788852602238
Tipologia: Libro
Formato: 12,5x19
Collana:
Anno di edizione:
Note: contiene inserto fotografico
Tag: Colleghi
Percorsi: Cristiani perseguitati, La via della speranza, Speranza, Fiducia e Ricostruzione, Vincere il male con il bene
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A cura di: Annalia Guglielmi
Editore: ITACA
Pagine: 176
Genere: Testimoni
Altri generi: Storia contemporanea, Totalitarismi
ISBN: 9788852602238
Tipologia: Libro
Formato: 12,5x19
Collana: Al cuore della storia
Anno di edizione: 2010
Note: contiene inserto fotografico
Tag: Colleghi
Percorsi: Cristiani perseguitati, La via della speranza, Speranza, Fiducia e Ricostruzione, Vincere il male con il bene
Il 6 giugno 2010 padre Jerzy Popiełuszko, barbaramente ucciso nel 1984, è stato beatificato. Il libro contiene le sue "omelie per la patria" e ne illustra la vita e il martirio nel contesto della Polonia del dopoguerra e di Solidarność. Un’ampia intervista a Rafał Wieczyński, regista del film «Popiełuszko. Non si può uccidere la speranza», mostra l’attualità della sua testimonianza.

Padre Jerzy Popiełuszko nacque il 23 settembre 1947 da una famiglia contadina. Ordinato sacerdote nel 1972, nel 1980 venne assegnato alla chiesa di San Stanislao Kostka. Agli inizi del 1982 diede vita alle Messe per la patria, alle quali ben presto cominciarono a partecipare migliaia di persone.
Sempre più inviso al regime, il 19 ottobre 1984 venne rapito da tre ufficiali dei servizi segreti e ucciso.
Il 19 dicembre 2009 Benedetto XVI ha autorizzato la Congregazione per le Cause dei Santi a promulgare il decreto riguardante «il martirio del Servo di Dio Jerzy Popiełuszko, […] ucciso in odio alla fede».

A cura di Annalia Guglielmi

«Non c’è bisogno di molti uomini per proclamare la verità. Il gruppo degli uomini della verità può essere sparuto, ma essi irradiano luce, gli altri li cercano e vengono da lontano per ascoltare parole di verità, perché la nostalgia della verità è connaturata all’uomo.»
«Compito del cristiano è rimanere attaccato alla verità, anche se dovesse costargli molto. Solo la pula non costa niente. Per il buon seme della verità a volte bisogna pagare un prezzo molto alto.»


dal blog di itacaeventi.it
ANNALIA GUGLIELMI è nata a Bologna il 7 marzo 1953. A partire dal 1973 collabora con la rivista e la casa editrice Centro Studi Europa Orientale (Cseo) che, attraverso una fitta rete di rapporti, per anni ha portato in Italia le opere della cultura indipendente dei paesi dell’Europa dell’Est. Laureata all’Università di Bologna nel 1978 con una tesi sui rapporti tra Polonia e Italia nel Medio Evo, dal 1978 al 1982 vive in Polonia, a Lublino, dove insegna italiano all’Università Cattolica e ha quindi modo di approfondire e allargare la rete di contatti con le diverse realtà dell’opposizione. Dopo l’introduzione dello stato di guerra, il 13 dicembre 1981, si impegna attivamente nelle strutture clandestine di Solidarność e nei comitati di aiuto ai perseguitati politici, sostenendo le famiglie degli attivisti del sindacato rinchiusi in carcere.
Rientrata in Italia nel 1982, allarga il suo campo di interessi e contatti ad altri paesi, in particolare all’Ungheria e alla Cecoslovacchia, dove ha modo di incontrare alcuni fra i più importanti rappresentanti di Charta ’77, fra cui il futuro presidente Vaclav Havel.
Nel 1990 ritorna in Polonia, a Varsavia, dove dirige una società di consulenza impegnata nell’opera di ricostruzione economica del paese. Vi rimane fino al 2004.
Nel 2002 il governo polacco le conferisce la Croce di Cavaliere al merito e la Medaglia del Ministero della Cultura per il sostegno dato all’opposizione al totalitarismo e alla diffusione all’estero della cultura indipendente polacca. Nel 2005, in occasione del 25° anniversario della nascita di
Solidarność, la Commissione Nazionale di Solidarność le assegna la prestigiosa medaglia Grazie, conferita agli stranieri che con la loro opera hanno sostenuto il sindacato.
Attualmente svolge attività di interprete e traduttrice. Ha tradotto dal polacco numerose opere, fra cui, per le edizioni Cseo, Omelie per la patria di padre Jerzy Popiełuszko, Appunti dalla prigione del cardinal Stefan 
Wyszyński, Internato di Tadeusz Mazowiecki, la raccolta di satire Cos’hai fatto generale?. Per conto della diocesi di Cracovia e del Vaticano ha tradotto le testimonianze polacche per la beatificazione di Giovanni Paolo II. Collabora con la rivista «Tempi», con la casa editrice del Museo di Auschwitz, e con Gariwo, sito del Comitato per la Foresta dei Giusti.
Annalia Guglielmi, col libro Popieluszko. «Non si può uccidere la speranza», si è aggiudicata il Premio di Cultura “Come Barbara” – Testimonianza della libertà. L’autrice è stata premiata a Rieti il 2 dicembre 2010 all’interno della manifestazione culturale “Santa Barbara nel mondo”.