L'uomo e il divino

Versione cartacea

A cura di: Armando Savignano
Editore: MORCELLIANA
Pagine: 448
Genere: Saggistica
Altri generi: Filosofia, Storia
ISBN: 9788837237011
Tipologia: Libro
Collana:
Anno di edizione:
Percorsi: Saggistica
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A cura di: Armando Savignano
Editore: MORCELLIANA
Pagine: 448
Genere: Saggistica
Altri generi: Filosofia, Storia
ISBN: 9788837237011
Tipologia: Libro
Collana: Opere di María Zambrano
Anno di edizione: 2022
Percorsi: Saggistica
«L'uomo e il divino non solo rappresenta una sintesi di tutto ciò che María Zambrano aveva scritto fino agli anni Cinquanta, ma costituisce il nucleo da cui si irradia tutto il suo pensiero alla ricerca dell'unità tra religione, filosofia e poesia. Rispetto all'itinerario esistenziale e intellettuale di Zambrano, questo libro si riferisce alla "seconda navigazione" contrassegnata dalla ragione poetica, Che costituisce il nucleo originale della riflessione della pensatrice. Se compito della poesia è aprire i pori al sacro, "l'azione che l'uomo compie è cercare un luogo in cui accoglierlo e dargli forma, nome; collocarlo in una dimora per ottenere lui stesso la sua; la dimora umana, il suo 'spazio vitale'". La ragione poetica porta alla luce non una Istoría - nel senso greco del termine -, un computo di sventure o avvenimenti computabili cronologicamente, bensì una "intrastoria". Se potrebbe sembrare che in quest'opera Zambrano narri una storia cronologicamente intesa - dalla nascita pre-greca degli dèi, alla disputa tra filosofia e poesia intorno ad essi, ad Aristotele e alla sua condanna dei pitagorici, al cristianesimo, alla nietzschiana morte di Dio e alla riapparizione del sacro all'interno del nichilismo -, basta uno sguardo ermeneutico per constatare l'insufficienza di una tale cronologia, perché quanto viene descritto sta accadendo nello stesso tempo, sicché il movimento e lo spazio del movimento coincidono. Zambrano sta disegnando in realtà la topografia dell'Occidente, seguendo le orme dell'unità originaria perduta.» (Dalla Prefazione di Armando Savignano).
La filosofa MARÍA ZAMBRANO (Vélez Málaga 1904 - Madrid 1991) è stata una delle grandi figure della scena intellettuale del XX secolo, pensatrice originale e profonda, tra le prime donne spagnole a intraprendere la carriera universitaria. Fondò le riviste «Castilla» (1917) e «Segovia» (1919) e partecipò alle attività della Federazione Universitaria spagnola. Partecipò poi alla guerra civile e dopo l'ascesa di Franco fuggì con il marito in Cile; dopo tre anni ritornò in patria, nel tentativo di offrire il suo contributo alla morente repubblica, ma fu nuovamente costretta all'esilio a Parigi; ripartì poi per Messico, Cuba, Porto Rico e ancora Cuba (L'Avana), dove vivrà fino al 1953, tranne una breve parentesi parigina (1946-48) grazie alla quale conobbe Sartre, S. de Beuvoir ma soprattutto Camus. Dopo un periodo a Roma (1953-64), si trasferì in Svizzera, dove trascorse un lungo periodo di concentrazione e solitudine, per tornare definitivamente in Spagna nel 1984, dove le sarebbe concesso nel 1988 il prestigioso Premio Cervantes, attribuito per la prima volta a una donna e a una filosofa. Zambrano scrisse anche un'opera teatrale, La tumba de Antígona (La tomba di Antigone), pubblicata in Messico nel 1967 ma concepita trent'anni prima a Barcellona, durante la guerra civile.