“A qualunque costo? Lavoro e pensioni tra incertezza e sicurezza”, terzo volume della collana “Punto di fuga” della Fondazione per la sussidiarietà, offre un contributo al giudizio sullo stato attuale del mercato del lavoro e del sistema pensionistico italiano, partendo dalla preoccupazione di porre al centro le persone e le imprese. Nel 2002, a Barcellona, è stata riaffermata l’attenzione primaria per l’occupazione e il mercato del lavoro, garantendo sistemi di protezione sociale sostenibili, fra flessibilità e tutela (flexi-curity). Il legislatore italiano, pur privilegiando gli interventi volti al contenimento del costo del lavoro, ha finalmente avviato nel ’97 il processo di riforma dei servizi al lavoro, sino alla riforma Biagi (legge 30/03 e decreto legislativo 276/03), superando il monopolio pubblico e aprendo a una rete di operatori pubblici e privati. A un mercato del lavoro così riorganizzato deve, però, affiancarsi un sistema pensionistico adeguato, che in Italia si è storicamente caratterizzato per una previdenza pubblica assai generosa. Da qui la creazione di un sistema pensionistico in cui previdenza pubblica e complementare dovevano garantire la protezione del lavoratore. La perdurante crisi del sistema ha imposto nuovi correttivi (decontribuzione, connessione fra Tfr e previdenza complementare, innalzamento delle pensioni di anzianità), introdotti con la legge delega 243/04, ma resta il forte dubbio che, per lavoratori più giovani, un sistema siffatto possa reggersi soltanto sul metodo contributivo. Si prospettano così soluzioni che tengano conto del bisogno dell’uomo che lavora e che, soprattutto, non scordino quanto affermava Marco Martini, “la risorsa più rara della società contemporanea non è costituita dalla terra o dalle fonti energetiche, ma da uomini adeguatamente motivati a cercare liberamente di offrire risposte agli infiniti bisogni propri e degli altri e sostenuti da una solida cultura del lavoro libero”.