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Un gruppo di giornalisti cattolici, accomunati dalla passione per la fede, che vogliono offrire una Bussola “per orientarsi tra le notizie del giorno”, tentando di offrire una prospettiva cattolica nel giudicare i fatti: certi che l’esperienza cristiana è in grado di abbracciare e rispettare pienamente la dignità dell’uomo.
La Nuova Bussola Quotidiana via Ferdinando Magellano, 38 20900 Monza (MB) 039 9418930 Scrivi una e-mail Un gruppo di giornalisti cattolici, accomunati dalla passione per la fede, che vogliono offrire una Bussola “per orientarsi tra le notizie del giorno”, tentando di offrire una prospettiva cattolica nel giudicare i fatti: certi che l’esperienza cristiana è in grado di abbracciare e rispettare pienamente la dignità dell’uomo.
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La fede nel comunismo: La tragica utopia di un uomo nuovo senza Dio. Gilberto Zappitello | Libro | Itacalibri
«Spiegatemi perché credere in Dio sarebbe ridicolo, mentre non lo sarebbe credere nell’umanità; credere nel regno dei cieli sarebbe stupido, mentre sarebbe intelligente credere nelle utopie terrene» (Aleksandr Herzen).

Il comunismo fu una fede tesa a costruire un mondo più giusto, per assicurare la felicità a tutta l’umanità.
Il secolo dei Lumi aveva affermato che l’uomo è buono per natura ed è la società che lo corrompe.
Di qui la necessità di rimuovere tutto ciò che opprime l’uomo per realizzare il comunismo, «il momento reale dell’emancipazione e della riconquista dell’Uomo» (Marx).
Messi alla prova, gli uomini continuarono ad essere imperfetti e inadeguati rispetto alle esigenze di perfezione della ragione e della dottrina. La fede nella capacità dell’uomo di realizzare «il paradiso in terra» si risolse storicamente in un vero e proprio inferno: invece del «sole dell’avvenire» «buio a mezzogiorno».
La storia del comunismo invita a riflettere sull’uomo, sui meccanismi della violenza che spesso lo dominano e sul suo inestinguibile desiderio di compimento. che chiede una ragione liberata dalle secche del razionalismo, disposta ad aprirsi alla vastità del reale.

Presentazione di Giorgio Sgubbi
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"Viva Cristo Re!": Il Martirio del Messico 1926-1929. AA.VV. | Libro | Itacalibri
Nel corso del suo Pontificato Giovanni Paolo II ha più volte ricordato che il nostro secolo, dolorosamente percorso da immani tragedie, ha conosciuto il ritorno dei martiri; ciò è il risultato non solo dei diversi totalitarismi, ma soprattutto del clima ideologico e culturale venutosi a determinare dopo due-cento anni di sogni (o sarebbe meglio dire incubi) della ragione, che ha voluto violentare la natura e l’uomo in forza delle pretese dell’utopia e delle sue realizzazioni pratiche. Tra questi eventi uno appare denso di significati, per i fatti in sé e per l’operazione di rimozione storica a cui è stato sottoposto: il martirio del Messico avvenuto alla fine degli anni ’20 e conosciuto con il nome di Cristiada, o rivolta dei Cristeros. Un evento di considerevole importanza e che incredibilmente non è pressoché rilevato in alcun manuale di storia. Eppure si trattò di una grande insurrezione, di una guerra civile che ebbe luogo in un paese importante come il Messico, che durò tre anni e che si trascinò poi per moltissimo tempo, lasciando effetti duraturi sulla struttura politica e sociale del paese e determinando in maniera irreversibile il destino non solo messicano, ma forse dell’intero sub-continente latino-americano.

A cura dell'Associazione culturale "Identità Europea"
Testi di Paolo Gulisano

Catalogo della mostra realizzata in occasione della XX edizione del Meeting per l'amicizia fra i popoli (Rimini)
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