Nel corso del suo Pontificato Giovanni Paolo II ha più volte ricordato che il nostro secolo, dolorosamente percorso da immani tragedie, ha conosciuto il ritorno dei martiri; ciò è il risultato non solo dei diversi totalitarismi, ma soprattutto del clima ideologico e culturale venutosi a determinare dopo due-cento anni di sogni (o sarebbe meglio dire incubi) della ragione, che ha voluto violentare la natura e l’uomo in forza delle pretese dell’utopia e delle sue realizzazioni pratiche. Tra questi eventi uno appare denso di significati, per i fatti in sé e per l’operazione di rimozione storica a cui è stato sottoposto: il martirio del Messico avvenuto alla fine degli anni ’20 e conosciuto con il nome di Cristiada, o rivolta dei Cristeros. Un evento di considerevole importanza e che incredibilmente non è pressoché rilevato in alcun manuale di storia. Eppure si trattò di una grande insurrezione, di una guerra civile che ebbe luogo in un paese importante come il Messico, che durò tre anni e che si trascinò poi per moltissimo tempo, lasciando effetti duraturi sulla struttura politica e sociale del paese e determinando in maniera irreversibile il destino non solo messicano, ma forse dell’intero sub-continente latino-americano.
A cura dell'Associazione culturale "Identità Europea"
Testi di Paolo Gulisano
Catalogo della mostra realizzata in occasione della XX edizione del Meeting per l'amicizia fra i popoli (Rimini)
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