La vita del cristiano è compresa fra due attese: quella di Gesù, dono di Dio nella storia dell’uomo; e quella di Cristo, dono di Dio che conclude la storia dell’uomo. Potremmo dire che la vita del cristiano è compresa fra Gesù e Cristo, fra il Gesù “atteso dalle genti” che “nasce a Betlemme” e il Cristo che torna alle soglie degli ultimi tempi, come giudice. L’attesa ha una caratteristica propria, che non è in nessun modo eliminabile e che, anzi, è da sempre centrale nella vita spirituale e morale del cristiano: questa caratteristica, spesso dimenticata, soprattutto nel tempo attuale che vive di corsa, è la pazienza.
La pazienza di Dio, che attende il ritorno dell’uomo; la pazienza dell’uomo, che deve accettare per sé i ritmi di Dio, che hanno talvolta la lentezza saggia di Colui che è eterno. La pazienza è, dunque, elemento che dobbiamo riscoprire: pazienza che attende e che non si scoraggia quando il bene sembra faticare a giungere; pazienza però che non è remissività, ma atto di coraggio che appartiene a tutti noi che viviamo nel tempo “di mezzo”, tra la prima e la seconda venuta.