I delitti dell'Inghilterra

Versione cartacea

A cura di: Marco Antonellini
Editore: RAFFAELLI
Pagine: 138
Genere: Letteratura inglese
Altri generi: Saggi
ISBN: 9788896807538
Tipologia: Libro
Formato: 12,5x18
Anno di edizione:
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A cura di: Marco Antonellini
Editore: RAFFAELLI
Pagine: 138
Genere: Letteratura inglese
Altri generi: Saggi
ISBN: 9788896807538
Tipologia: Libro
Formato: 12,5x18
Anno di edizione: 2015
«Per tutti coloro che avvertono uno strano senso di vuoto di fronte alle parole "nazione" o "patria", per tutti coloro per i quali questi termini hanno esclusivamente il significato che la retorica di un tempo gli ha saputo attribuire, questo breve saggio che G.K. Chesterton diede alle stampe nel 1916, in pieno conflitto mondiale, può avere un significato, appunto di scoprire che tutto quello che è stato detto loro a proposito di patria e nazione è semplicemente falso. E non si tratta di un Chesterton revisionista, quale egli non potè mai essere, ma dell'incontro con un'opera nella quale, non rinunciando mai al confronto con i fatti, egli prende in mano gli strumenti di ricerca storiografica giudicandoli alla luce del presente in cui si trova a vivere.»
Marco Antonellini

In appendice il testo della conferenza tenuta da Chesterton il 2 dicembre 1929 dal titolo "Tommaso Moro e l'Umanesimo".
GILBERT KEITH CHESTERTON (1874-1936) nasce a Londra da famiglia anglicana; comincia a scrivere sullo «Speaker» e sul «Daily News» (dove incontra lo scrittore cattolico Hilaire Belloc), affermandosi grazie alla straordinaria verve polemica, giornalista di gran classe, tra i più pungenti e i più letti. I primi bersagli polemici del giovane Chesterton sono la società industriale del tempo, col suo carico di pragmatismo e di relativismo, e la conseguente disumanizzazione dell’umano. Il ritorno al reale e la conversione definitiva alla Chiesa cattolica nel 1922 non fanno che dare compimento a questa visione antimaterialistica della vita.
La vastissima produzione del Chesterton – oltre cento volumi di saggistica, poesia, narrativa, agiografia e drammi – risente di una progressiva simpatia per la Chiesa di Roma. Un’attrazione che poco ha di irrazionale e di sentimentalistico, dato che per lo scrittore inglese la verità cattolica non è altro che il superamento delle antinomie, delle esigenze contrastanti, insomma di tutti quegli "ismi" – le ideologie – che pretendono di rinchiudere l’uomo in una interpretazione. Mentre il Cristianesimo, visto nella sua forma cattolica, rappresenta la totalità della verità, tutto il resto vive di quelle che lo scrittore chiamava spesso «verità cristiane impazzite».
La grandezza dell’opera di Chesterton sta tutta nell’aver capito – e mirabilmente aver fatto capire – che l’accettazione della verità cattolica non può risiedere soltanto in folgorazioni irrazionali, come certa corrente progressista ha sempre sostenuto e continua ancora oggi a sostenere, ma presuppone anche un cammino razionale, una messa a tema della ragioni «che ci hanno convinti ad entrare in Chiesa». Basta leggere una sola pagina di Chesterton per rendersi conto che, forse come nessun’altra, la sua riflessione riesce a dilatare la mente dell’uomo d’oggi, facendola approdare a dei lidi altrimenti difficilmente raggiungibili.