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Scaffale delle opere

Dal 1981 il centro culturale di Recanati si pone come luogo di dialogo e di aggregazione per tutti coloro che amano l’arte, la storia, la lettura, la letteratura, la musica. Il nome deriva dalla presa di coscienza del percorso in cui il centro culturale si trova, sempre più incentrato sulla figura di Leopardi. Un'amicizia con il poeta che ha avuto origine dal lavoro personale di alcuni - che ha coinvolto ben presto tutti - e soprattutto dal compito che don Giussani ha lasciato nel suo messaggio per i 25 anni della presenza del movimento a Recanati, chiamando gli associati «a rinnovare nel mondo con la vostra stessa vita la poesia del vostro e nostro Leopardi».
Centro Culturale Giacomo Leopardi Recanati corso Persiani 48 62019 Recanati (MC) 320 3077716 Scrivi una e-mail Dal 1981 il centro culturale di Recanati si pone come luogo di dialogo e di aggregazione per tutti coloro che amano l’arte, la storia, la lettura, la letteratura, la musica. Il nome deriva dalla presa di coscienza del percorso in cui il centro culturale si trova, sempre più incentrato sulla figura di Leopardi.
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Cara beltà... - Giacomo Leopardi | Libro | Itacalibri
«Cara beltà...»: con queste parole Leopardi inizia il suo Canto più bello, intitolato Alla sua donna. In esse v'è la sintesi di tutta la ragionevole e commovente posizione del poeta dinanzi all'esistenza. Questa antologia del grande di Recanati, grazie all'introduzione di monsignor Luigi Giussani e alla postfazione di Mario Luzi, porta un contributo originalissimo alla lettura e alla presenza di Leopardi nella cultura di oggi.
Fuori da ogni dogmatismo culturale, la forza profetica e la provocazione del poeta rivivono in modo nuovo. I testi, corredati da un essenziale apparato di note, risultano apprezzabili in tutta la loro drammatica bellezza.

Introduzione di Luigi Giussani
Postfazione di Mario Luzi

«Il vero discorso che anima tutte quante le parole del grande sofferente Giacomo Leopardi è che l'uomo è niente e tutta la sua grandezza consiste nel rapporto con l'infinito. E il fondo del suo cuore attende in ogni cosa che la presenza segnata si palesi.»
Luigi Giussani
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Il mio amico Leopardi: Con un saggio di Ignacio Carbajosa su Leopardi e Giussani. Mario Elisei | Libro | Itacalibri
Questo volume è una originale guida alla poesia di Leopardi a partire dai luoghi che alcuni versi hanno reso immortali – il Colle dell’Infinito, la Torre del passero solitario, la Piazzuola del sabato del villaggio… – per verificare come in lui dal temporale nasca il desiderio dell’eterno, dal contingente l’anelito all’assoluto.
Proprio questa tensione rese Leopardi “amico” di un giovane seminarista che a tredici anni imparò tutti i suoi canti, nei quali sentiva espressa la nostalgia della bellezza, profezia della Bellezza fatta carne.
Per questo Leopardi, da tanti considerato simbolo del pessimismo, è paradossalmente un fattore decisivo dell’avventura umana e della nascita della personalità cristiana di don Luigi Giussani, che ha generato un popolo di uomini adulti nella fede.

Fotografie di Giovanni Sadori

A Recanati per scoprire Leopardi
Scarica il depliant del Centro Culturale G. Leopardi di Recanati
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Leopardi e Manzoni: Il viaggio verso l’infinito. Roberto Filippetti | Libro | Itacalibri
De-siderio: mancanza di stelle. Le etimologie sono a volte particolarmente eloquenti. L’uomo è propriamente colui che “de-sidera”, che sente la “mancanza delle stelle”: da quando l’uomo alzò lo sguardo verso il cielo stellato, ha sempre riconosciuto con stupore di essere pieno di questa sete struggente.
Il poeta è colui che soffre e testimonia questo dato: egli vigila per sé e per tutti a guardia del cuore “de-sideroso”. La morte di questo cuore significherebbe infatti per l’uomo, propriamente, un dis-astro: buio totale, tenebra di una vita non solo priva di senso, ma della domanda stessa di un senso ultimo. Dai Promessi Sposi di Manzoni (si ricordi la memorabile pagina che chiude il cap. XX, con l’Innominato che fissa gli occhi verso il sole, in un rosso tramonto), alle Ricordanze di Leopardi («delle sere io solea passar gran parte / mirando il cielo») costante è questa direzione dello sguardo verso il luogo della pienezza ultima.
Anche nella Divina Commedia la parola “stelle” sigilla le tre cantiche: simboleggia infatti la meta dell’homo viator, il termine verso cui si protende il suo cuore.
Cinque secoli dopo Dante, toccherà a Manzoni la ventura di ripercorrere integralmente questo viaggio “comico”, in radicale antitesi con la dinamica “tragica” del leopardiano Pastore errante.
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