Il nostro è un tempo di scarsa incidenza della fede e dell’annuncio cristiano sulla società. Un mondo «dopo Gesù, senza Gesù», che influenza anche i cristiani. La fede, soggettivisticamente intesa, è spesso ridotta a un insieme di idee, a principi o valori, a forme spiritualizzate; si rischia di dimenticare che l’oggettiva contemporaneità di Cristo ne è il fondamento irrinunciabile.
L’Autore, alla scuola dei Padri e in particolare di sant’Ambrogio, offre un itinerario che porta a riconoscere la divinità di Cristo attraverso la fede nella Sua umanità. Diventando uomo, Cristo è entrato in comunione con la fragilità e la debolezza della nostra umanità, per risanarla e farla come la Sua: luogo di reale comunione con il Padre e di pieno affidamento a Lui. Così la Sua vittoria può trasformare anche la nostra povera umanità, permettendole di camminare in una vita nuova.
La seconda parte del testo è incentrata sull’Eucaristia: luogo e forma dell’oggettiva presenza di Cristo. Con l’aiuto di numerosi testi della liturgia orientale, si propone un cammino teso a riscoprire la liturgia eucaristica come luogo essenziale della presenza «qui e ora» di Cristo, che trasforma e configura a sé chi celebra la sua Pasqua.
Un testo per i fedeli e i sacerdoti che desiderano vivere l’Eucaristia come reale presenza di Cristo, «che dà origine alla fede e la porta a compimento».
Introduzione e conclusione di Julián Carrón