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Cura e salute

 

«Sono stato un testimone privilegiato della vita e della morte di tante persone. Quello che ho visto ha combattuto dentro di me. Mi ha ferito. E ha scatenato un dialogo con il Mistero di Dio».

Ignacio Carbajosa

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Ho fatto tutto per essere felice: Enzo Piccinini, storia di un insolito chirurgo. Marco Bardazzi | Libro | Itacalibri

Ho fatto tutto per essere felice è un racconto emozionante che insegna cosa significa vivere, come diceva Enzo, “mettendo il cuore in quello che si fa”.

In un giorno di maggio del 1999, settemila persone affollarono la basilica di San Petronio a Bologna e la piazza antistante per dare un ultimo saluto a Enzo Piccinini, chirurgo dell’ospedale Sant’Orsola scomparso tragicamente a 48 anni. Ma chi era questo giovane medico che era stato in grado di lasciare così profondamente il segno in talmente tante vite? Chirurgo sui generis per gli anni in cui si avvia alla professione, Piccinini crede fermamente nella necessità di occuparsi dei pazienti in tutta la loro umanità: preoccupandosi dei loro affetti e aiutandoli di fronte al dolore e al timore della morte, come parte del proprio mandato. Una convinzione nata durante gli studi, destinata a crescere negli anni attraverso l’amicizia con Luigi Giussani e l’impegno nel movimento di Comunione e Liberazione, che lo porta ad accostare all’attività medica, riconosciuta nel mondo, un instancabile lavoro di educazione e testimonianza per i più giovani. Oggi, la sua opera vive in una scuola di medici e ricercatori ispirati dal “metodo Enzo”, e nelle persone che lo hanno conosciuto e ancora portano il segno di quell’incontro. Una vita unica, che ha portato la Chiesa a proclamarlo “servo di Dio” e ad avviare un processo di canonizzazione.


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All'origine della cura. Pauper Christi: Assistenza e sanità tra Medioevo ed Età moderna. Luciano Sabolla | Libro | Itacalibri

In occasione dei Venti anni della Fondazione Banco Farmaceutico, questo libro ricostruisce le ragioni che hanno portato i cristiani a prendersi cura di poveri, ammalati, bambini abbandonati, costruendo una rete di strutture assistenziali senza precedenti animati da puro spirito di carità.
ll libro infatti racconta come sorsero i primi ospedali su iniziativa di religiosi, monaci e laici che vivevano di fede e che, sull’esempio e la speranza portata da Cristo, cominciarono a stare vicino ai sofferenti, lavandoli e curandoli.
Un’analisi storica e artistica molto interessante che ci insegna come la cura dell’uomo non possa prescindere dall’affettività e dalla devozione di cui gli ammalati hanno bisogno ancora oggi.

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Ogni minuto è di Dio: Storia di Antonio Sarcina, medico. Giovanni Santambrogio | Libro | Itacalibri

L’espressione «Ogni minuto è di Dio» per Antonio Sarcina, primario di Chirurgia vascolare dell'Istituto Ospedaliero Fondazione Poliambulanza di Brescia, significava uno stile di vita, una certezza che si manifestava con l’attenzione alla sofferenza, lo sguardo sul malato, la ricerca scientifica, le relazioni tra colleghi, il metodo di lavoro.

Interrompendo una carriera avviata, il dottor Sarcina lascia il Policlinico di Milano per costruire a Brescia una comunità sanitaria altamente professionalizzata che sviluppasse lo spirito fondativo dell’opera delle Ancelle della Carità e dare così, grazie alla fede, ai pazienti e al personale sanitario uno sguardo diverso sulle prove dell’esistenza.

Un’intuizione nata in un viaggio a Lourdes come barelliere subito dopo la maturità classica e sviluppatasi nel tempo con l’incontro con Comunione e Liberazione e le esperienze di medico volontario nei quartieri popolari di Milano con le suorine di via Martinengo, le prestazioni presso la Fondazione Moscati e l’impegno in Medicina e Persona.

Una coscienza che diventerà più esplicita durante i tre anni della sua malattia, che porterà amici, colleghi e pazienti, a scoprire una persona fortemente appassionata dell’umano e grande innamorato di Cristo.

Prefazione di Paolo Terragnoli


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Testimone privilegiato: Diario di un sacerdote in un ospedale COVID. Ignacio Carbajosa (Nacho) | Libro | Itacalibri

«Sono stato un testimone privilegiato della vita e della morte di tante persone che si sono presentate a me come uno spettacolo di altissima dignità e di spaventosa fragilità: “Che cosa è l’uomo perché te ne ricordi e il figlio dell’uomo perché te ne curi?”. Ho visto l’umano e il divino. Quello che ho visto ha combattuto dentro di me. Mi ha ferito. E ha scatenato un dialogo con il Mistero di Dio».
Ignacio Carbajosa

Prefazione di Amedeo Capetti

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Fammi sapere perché: Il tema del dolore da Giobbe a Gesù di Nazareth. Sandro Carotta | Libro | Itacalibri

C’è un interrogativo che sale dal cuore della terra e che nel Figlio di Dio è divenuto un lacerante grido al Cielo: «Perché?».
Fin dalla notte dei tempi l’umanità si è scontrata con la dura roccia del dolore, talora urtando violentemente contro di essa, altre volte fuggendola con orrore oppure cercando di scalarla per dominarla.
Ma il gemito del morire di Gesù — che riassume quello di ogni figlio dell’uomo — si è fatto, al mattino di Pasqua, grido di gioia, nel cuore della Madre Chiesa, per la nascita dell’uomo nuovo.
Le pagine del seguente volume, nate in un contesto di lectio divina, fanno risuonare dapprima il lamento di Giobbe, che si innalza fino alla bestemmia disperata e impotente, e poi quello di Gesù, il «Santo che soffre» (G. Ungaretti), nel quale si rivela l’amore di Dio, che non vuole la morte dell’uomo, ma che egli viva e assuma la sua esistenza come una vocazione e un compito da realizzare in alleanza con Lui.

È noto l’interrogativo degli antichi:
«Se c’è un Dio giusto, perché il male?
E se c’è il male, può esserci un Dio giusto?».

Chi, come Giobbe, pone domande a Dio,
e lo fa con coraggio,
non troverà risposte razionalmente esaurienti
al perché della sofferenza,
ma troverà Dio stesso in persona,
nella cui luce si svela il senso profondo
del vivere e del morire.

Sandro Carotta


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Giobbe e l'enigma della sofferenza: C'è qualcuno che ascolta il mio grido?. AA.VV. | Libro | Itacalibri

Il problema del male e della sofferenza innocente ha sempre interrogato l’essere umano. Ma negli ultimi tre secoli questo problema è diventato domanda sulla bontà e sull’esistenza stessa di Dio: come può un Dio buono permettere questo? Il libro biblico di Giobbe ripropone il grido di Giobbe che chiede a Dio conto delle sue azioni.
Quando, verso la fine del libro, compare Dio, non fornisce nessuna risposta alle domande di Giobbe. Lo mette davanti allo spettacolo della creazione che rimanda a una presenza creatrice.
Con Gesù, volto concreto della misericordia del Padre, è entrata nella storia una Presenza buona che ci permette di guardare in faccia le nostre sofferenze nell’orizzonte delle sofferenze assunte dal Figlio di Dio. Anche oggi possiamo imbatterci in persone che vivono la loro malattia con una serenità che ci interroga. «Come fanno a vivere così?».

Illustrazioni di fromthetree, Guilmo

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La prima carità al malato è la scienza: Giancarlo Rastelli, un cardiochirurgo appassionato all'uomo. AA.VV. | Libro | Itacalibri

«Ho sempre pensato che la prima carità che l’ammalato
deve avere dal medico è la carità della scienza.
È la carità di essere curato come va.
Senza di questo è inutile parlare delle altre carità.
Senza di questo si fa del paternalismo e del pietismo soltanto».

Giancarlo Rastelli

La storia di Giancarlo Rastelli, oltre ad essere quella di uno scienziato riconosciuto in tutto il mondo per i risultati delle sue ricerche cardiovascolari, colpisce più di tutto per l’esaltazione della normalità. Gian, come lo chiamavano amici e colleghi, è stato un medico, un ricercatore brillante, ma soprattutto un grande uomo, umile, guidato da un profondo amore per la vita e da una vocazione sincera, un marito e un padre che ha saputo affrontare la malattia e la morte.
«Gian era stato educato in famiglia ai principi della fede cristiana, e questi principi e questi ideali, vissuti in maniera gioiosa, adulta, senza pietismi ma con profonda convinzione, sono stati la bussola e i mezzi di discernimento di tutta la sua vita. E sono stati la forza che lo ha sostenuto negli anni della malattia e della sofferenza fisica e morale. Infine sono stati la ragione della sua grande speranza fino all’ultimo» (Umberto Squarcia).
La bellezza e l’armonia della sua vita, la  profonda spiritualità e la costante dedizione alle virtù cristiane hanno affascinato così tante persone da richiedere l’avvio della causa di beatificazione. Nel 2005 l’allora vescovo di Winona (Minnesota), Bernard Joseph Harrington, ha concesso il nulla osta alla Diocesi di Parma per l’apertura della causa, adducendo come ragione la compassion for mankind e l’eroismo con cui Giancarlo Rastelli ha vissuto gli ultimi anni della sua vita, nel totale abbandono alla volontà del Padre.

Prefazione di Antonella Rastelli

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Science is an act of love: Giancarlo Rastelli, a cardiac surgeon with a passion for mankind. Andrea Pace, Antonella Rastelli, Veronica Sandroni, Gerardo Vito Lo Russo, Giovanni Lucertini | Libro | Itacalibri
Giancarlo Rastelli was born in Pescara, Italy, on June 25th, 1933. He moved to Parma, Italy, with his family in 1945, at the end of World War II. During high school, he studied the classics and attended the Church of San Rocco. Rastelli earned his medical degree, summa cum laude, at the University of Parma in 1957 and received the Lepetit Prize, which recognized his dissertation as the best thesis of the year.
When he received a NATO scholarship for advanced studies in cardiovascular surgery, he chose Mayo Clinic in Rochester, Minnesota, one of the preeminent institutions for open-heart surgery. Dr. Rastelli intended to continue his career in Italy when his time at Mayo ended, but changed his plans when he accepted an appointment to the permanent staff of Mayo Clinic.
In 1964—shortly after his marriage to Anna Anghileri—Dr. Rastelli was diagnosed with Hodgkin’s lymphoma. Determined to make the most of the time left to him, he devoted himself to cardiac research. His work resulted in lasting contributions to cardiovascular medicine: the Rastelli Procedure, a surgical technique to correct a complex congenital malformation of the heart, and the Rastelli Classification, the anatomic description of another congenital heart anomaly. These innovations have benefited patients throughout the world.
Dr. Rastelli died on February 2nd, 1970, at the age of 36. He left his wife, Anna, and their daughter, Antonella, and an enduring legacy of medical innovation and excellence in service to patients.

“Giancarlo Rastelli’s life is narrated in this book through the lenses of three major journeys of discovery that began at different times. They converge today in this text rich of Gian’s own words and pictures of his short life.
Rosangela Rastelli, Giancarlo’s sister, spent years collecting testimonies on her beloved brother and generously shared all that information in the book she published about him in 2003. Much of her work has been readapted here.
My co-authors, who were medical students when they began learning about Gian, found an incredibly inspiring friend in him and uncovered stories of him as a fellow student. Since 2017, they have been sharing their metaphysical friendship with thousands of other young students in Italy.
For my part, I have been searching for the man, rather than the myth that developed around my father’s character after his death. I have finally ‘discovered’ him thanks to the letters he wrote to his family from Rochester many years ago, and I am attempting to give back his human dimension.”
Antonella Rastelli, M.D.
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Takashi Paolo Nagai: Annuncio da Nagasaki. AA.VV. | Libro | Itacalibri

Lo chiamano “il Santo di Urakami”. Fiero come un samurai nella sua etica giapponese, convinto all’ateismo come un uomo occidentale durante i suoi studi universitari di medicina, Takashi viene travolto dal fiume di fede che vive nel quartiere di Urakami, a Nagasaki. Un fiume sgorgato con l’arrivo di Francesco Saverio nel 1549, alimentato per secoli da migliaia di martiri e santi, passando per l’incredibile vicenda dei cristiani nascosti, durata oltre duecento anni.
Diventa Takashi Paolo: fino alla fine vero giapponese e intelligente medico e scienziato.
Il 9 agosto 1945 viene sganciata su Nagasaki la seconda bomba atomica della storia. Takashi Paolo è già gravemente malato di leucemia, a seguito del suo lavoro da radiologo. Decide di tornare a vivere sulle macerie del quartiere distrutto. Passa gli ultimi tre anni di vita costretto a letto, pregando per la pace, incontrando e confortando persone provenienti da tutto il Giappone, testimone di una fede e di un amore tali da vincere la devastazione della bomba atomica.

Noi dovremmo trasformare la nostra vita in poesia.
Dobbiamo scavare sotto la superficie delle cose, cercare la bellezza nascosta che è dappertutto e scoprire la gloria del creato che è intorno a noi. Allora ogni giorno diventerà una poesia.
Siamo vivi, siamo vivi e un intero giorno ci attende.

Takashi Paolo Nagai

 

Nagai, un compagno di cammino in questi giorni difficili

di Paola Marenco
già responsabile Centro Trapianti Midollo all’Ospedale “Niguarda” di Milano
vicepresidente dell’associazione “Medicina e Persona”

Sempre ogni professionista della salute porta con sé due strumenti terapeutici: quello che sa (e quindi sa fare) e quello che è. Di fatto li usa in ogni gesto professionale, ma non tanto con le parole quanto con lo sguardo alla persona che cura e con quei piccoli gesti di ogni istante che cambiano tutto perché commuovono per l’imprevista necessaria amicizia e la speranza offerta.

Ma ci sono dei momenti come quello attuale in cui è evidente a tutti che la sola prestazione non basta. La gratitudine generalizzata di oggi nei confronti dei miei colleghi in prima linea inizia dalla commozione per il fatto che in prima linea ci tornano ogni mattina, continua di fronte all’immane sforzo tecnico, di riorganizzazione, di dedizione, di ricerca affrettata di ogni possibile cura, ma raggiunge il picco di fronte a quei piccoli gesti che riaprono il cuore (di chi è malato e di chi cura) al sublime che permette di vincere la paura e vivere ora l’istante con pienezza. Gesti come telefonare ai parenti per forza lontani, organizzare preghiere perché il Signore accompagni Lui chi è solo a lottare fino a quel medico oberato, ma che arrivando in reparto porta le brioches ai malati magari scrivendoci sopra la frase di una canzone, eccetera.

Tutto questo è proprio quello che ci ha colpito della incredibile persona del dottor Takashi Paolo Nagai, fino a raccontarlo in una mostra, e che da allora ci accompagna quotidianamente nelle difficoltà. Le mostre programmate in varie città sono state tutte rinviate, ma tutti sentono Nagai compagno di cammino in questo tempo perché di fronte a una tragedia come la bomba atomica (che gli aveva ucciso la moglie e 70.000 persone in pochi minuti) aveva saputo diventare lui stesso “annuncio” certo di quel Bene che la Provvidenza sempre sa trarre anche dal male, e quindi possibilità di gioia e di ricostruzione per il suo popolo. Bene lo esprime lui stesso riconoscendo il compimento della sua vocazione di medico nella condivisione della sofferenza e della gratitudine dei suoi pazienti e nella preghiera per il loro destino.

25 marzo 2020

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L'abbraccio del pallium: La misericordia e la cura. Paola Marenco, Giorgio Bordin | Libro | Itacalibri

Qual è il motivo per cui oggi, a dispetto di una scienza medica potentissima e di una tecnologia di avanguardia i malati non si sentono curati e i medici non si sentono realizzati?
L’affermazione di un neurologo tedesco che “il fatto che la medicina odierna non possegga una propria dottrina sull’uomo malato è sorprendente, ma innegabile”, sottolinea questa deriva che caratterizza la medicina moderna.
L’uomo, l’unica creatura che sa di dover morire, afferma un desiderio di felicità e di compimento, che nella condizione della malattia si rende più evidente che mai. Nessun gesto di cura che non tenga conto di questa differenza umana potrà mai dirsi veramente tale.
Il libro di Giorgio Bordin e Paola Marenco ripercorre la storia della cura dalle sue origini, come risposta a questa domanda nelle sue ambivalenti evoluzioni, fino alla condizione attuale, proponendo l’esperienza sorprendente di Cicely Saunders. Questa donna, che ha fondato il modello delle cure palliative, ha saputo scuotere il mondo professionale della medicina con innovazioni e originalità, perché ha saputo rimanere legata al punto originale e sorgivo del prendersi cura di una persona malata. Il suo metodo è interessante e rimane vero e proponibile non solo nelle cure palliative, ma in ogni campo della medicina. Il termine “palliativo” ha collegamenti etimologici con il mantello (pallium) che tutela e protegge chi è accolto nel suo abbraccio, introducendo così il tema del­l’iconografia delle Madonne della Misericordia, collegate alle opere di cura degli infermi dalle confraternite nei primi secoli rinascimentali.
L’evoluzione della medicina genera problemi nuovi all’interno della sfida di sempre: rispondere al desiderio di bene e felicità dell’uomo; nelle nuove sfide del fine vita, che richiedono posizioni proporzionate a temi così rilevanti, si può superare il passato, mantenendone intatta l’origine? Nell’iconografia delle Madonne della Misericordia possiamo ritrovare alcuni dei tratti fondamentali di cui riappropriarci oggi nel prenderci cura di un malato, e non solo nel terreno delle cure palliative, ma in ogni ambito terapeutico, approfondendo la tradizione che ci precede senza perdere nulla.

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La casa, la cura. Con DVD: Ti ho incontrato per sempre. Alessandro Pirola | Libro | Itacalibri
«L’infermo che chiede di guarire, quando domanda salute, desidera sempre anche salvezza, ossia chiede di essere riconosciuto in un orizzonte di senso globale. L’intreccio tra bisogno e desiderio è certamente un fattore chiave dello stile cristiano della cura.
Ciascuno di noi è sempre un “io-in-relazione” e anche l’esperienza della malattia chiede non solo la cura, ma anche la casa, ossia vicinanza di rapporti reali in cui il cuore dell’uomo trovi dimora».
Dalla prefazione di S.E. Mons. Paolo Martinelli

Da 25 anni la Fondazione Maddalena Grassi si prende cura di persone malate, assistendole nelle loro case e offrendo luoghi dove sentirsi volute e amate. Per sempre.
Nel DVD allegato al libro, il docufilm di Paolo Lipari
"La casa, la cura"

con interviste a operatori e familiari girate presso il domicilio di alcuni pazienti e nelle sedi di:
Vigevano
Comunità protetta e Centro diurno per pazienti psichiatrici
Residenza sanitaria disabili “Marco Teggia”
Seveso
Casa di accoglienza per malati Hiv Fondazione Maddalena Grassi
Concorezzo
Casa di accoglienza per malati Hiv Fondazione Maddalena Grassi
Casa di accoglienza per malati Hiv Cooperativa “Esserci”

Durata complessiva: 33’ ca.
Formato video: 16:9
Area: PAL 2
Audio: Dolby Digital 2
Lingua: italiano
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La montagna del vento: Lettere di amicizia dall'Uganda. Filippo Ciantia | Libro | Itacalibri

L’amicizia è qualcosa di cui non possiamo fare a meno. L’amicizia apre e riempie. Ancor più nella nostalgia e nella tristezza. Ne abbiamo proprio bisogno. L’amicizia non si perde.

Per undici mesi, ogni domenica l’autore ha scritto queste lettere per mantenere fede a una promessa fatta ai colleghi-amici di Expo.
La fatica, le preoccupazioni economiche, la difficoltà di continuare un’eredità importante come quella del venerabile padre Giuseppe Ambrosoli, fondatore dell’ospedale di Kalongo, sono affrontate con umanità e semplicità, con gli occhi sempre aperti alla bellezza, sapendo che non si è soli. Sono infatti le persone e le loro storie i veri protagonisti di questo libro: dai padri missionari ai pazienti dell’ospedale, dai colleghi alle grandi personalità ugandesi.

«Dentro queste lettere ci sono cuore, professionalità e profondità d’animo. Ciantia colpisce per il suo sguardo amorevole» (Elisabetta Soglio).

Prefazione di Elisabetta Soglio
Postfazione di Giovanna Ambrosoli

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