«...Vuol dire che l’amore è più forte di tutto, che la nostra gioia è immutata, vuol dire “tutto bene”». Otto storie d’amore vissute in epoca sovietica, al di là della cortina di ferro, testimoniano, nella freschezza e nell’intensità di legami che sfidano le peripezie e i drammi della storia, la potenza finale del bene. Nell’ambito di questo amore la persona rinasce, cambia, comincia a vedere ciò che prima non vedeva, e diviene finalmente se stessa.
Quando la grande storia cessa di essere fatta semplicemente di numeri e statistiche e si intreccia con storie personali, si comprendono fattori che aiutano a spiegarne svolte e sviluppi altrimenti incomprensibili. Ad esempio, quanto abbiano pesato nelle vicende dell’URSS e dei paesi del Patto di Varsavia elementi come la fede, i vincoli familiari, la responsabilità, la libertà, l’attaccamento al vero – ciò che insomma è stato chiamato il «potere dei senza potere», e che traspare, come vittoria della persona sull’ideologia, nei pur drammatici destini dei protagonisti delle nostre storie.
Nel contesto odierno, tra pandemia e guerre, queste storie assumono una particolare attualità perché testimoniano una speranza possibile in ogni condizione e circostanza, nella concretezza di scelte che affermano la tenerezza dell’amore coniugale, l’attaccamento all’unità familiare, un amore carico di abnegazione per i figli, la passione educativa, l’esperienza del perdono e della solidarietà.