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Il dramma dell'umanesimo ateo

Versione cartacea

A cura di: Ludovico Ferino (traduzione)
Editore: MORCELLIANA
Genere: Saggistica
ISBN: 9788837226664
Tipologia: Libro
Formato: 12x19
Anno di edizione:
€ 19,00 € 20,00
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A cura di: Ludovico Ferino (traduzione)
Editore: MORCELLIANA
Genere: Saggistica
ISBN: 9788837226664
Tipologia: Libro
Formato: 12x19
Anno di edizione: 2013
Henri de Lubac pubblica Le drame de l’humanisme athée nel 1944, nel contesto di una Francia occupata dalle truppe tedesche. L’opera non è un testo accademico. Si tratta, piuttosto, di un lavoro militante che si inquadra nella fattiva e coraggiosa partecipazione alla resistenza, da parte dell’autore, alla dominazione nazista.
Se si esclude Dostoevskij, e in parte Kierkegaard, che svolgono il ruolo di figure positive, i tre autori presi in considerazione nel volume, Feuerbach (e dietro di lui: Marx), Nietzsche, Comte, rappresentano i tre avversari del momento. Se la critica al marxismo risulta sfumata, per motivi facilmente comprensibili data la rilevanza della componente comunista nell’opposizione ai nazisti, quella a Nietzsche è manifestamente volta contro il neopaganesimo germanico, padrone della Francia.
Il libro assumeva, da questo punto di vista, un chiaro significato politico; era un’opera di “resistenza”, ideale innanzitutto, al compromesso delle menti e dei cuori, che il neopaganesimo, ateo e liberticida, chiedeva ai cristiani.
(Massimo Borghesi)
Henri de Lubac nacque nel 1896 a Cambrai, nel nord della Francia. A diciassette anni entrò nella Compagnia di Gesù. Terminati gli studi teologici a Lione-Fourvière, fu ordinato sacerdote nel 1927. Due anni dopo fu nominato professore di teologia presso la Facoltà teologica di Lione.
Nel 1946 pubblicò Surnaturel, dove proponeva di concepire in modo unitario il rapporto tra l’ordine della creazione, la natura, e quello dell’evento cristiano, il soprannaturale. Molti influenti teologi videro nell’opera una indebita reinterpretazione di san Tommaso. Le aspre polemiche che ne seguirono portarono De Lubac ad autosospendersi dall’insegnamento fino a quando Pio XII gli fece avere una lettera di approvazione del suo lavoro.
De Lubac è stato uno dei principali ispiratori del Concilio Vaticano II, dove venne chiamato a lavorare in qualità di perito.
Il 2 febbraio 1983 Giovanni Paolo II lo elevò alla dignità di cardinale.
Morì a Parigi il 4 settembre 1991.