Nel febbraio 1850 Herman Melville si accingeva a scrivere l'ennesimo libro ispirato alle sue avventure nei Mari del Sud. A luglio l'opera era quasi finita e Melville si recò per riposarsi nel Massachusetts, dove conobbe Nathaniel Hawthorne. L'incontro con il celebre collega, sottile indagatore del male annidato nell'animo umano, e la profonda meditazione delle tragedie shakespeariane spinsero Melville a modificare profondamente l'impianto originario del testo. Nacque così Moby Dick, uno dei grandi capolavori della letteratura americana, pubblicato a Londra e New York nell'autunno del 1851. In queste pagine Melville supera i moduli picareschi, satirici e avventurosi delle opere precedenti e approda al mondo grandioso dell'epopea: Moby Dick è infatti un libro in cui il mare, ricco di echi biblici e omerici, diventa il regno dei mostri, del terrore, dell'inconoscibile.
Contro tutto ciò combatte il capitano Ahab, nella sua lotta ostinata e titanica con la Balena Bianca, oscura e insondabile energia che sfida l'uomo dal cuore stesso del cosmo.
Introduzione di Fernanda Pivano
Con un saggio di Harold Bloom