Nella storia è accaduto un fatto unico: un uomo, Gesù di Nazareth, si è identificato con Dio. Di sé ha detto di essere la via, la verità, la luce del mondo, la risurrezione e la vita. Parole che risulterebbero insopportabili sulla bocca di chiunque o farebbero pensare a follia.
Questa “pretesa” di farsi come Dio fu la causa della sua condanna a morte, ma alcuni riconobbero che solo Lui aveva parole di vita eterna. Esse infatti vanno al cuore del «misterio eterno dell’esser nostro»: siamo mortali, ma portiamo in noi un inestinguibile bisogno di Infinito e di Eterno.
Di qui, dalla natura dell’uomo, inizia il percorso delineato dall’autore, teso a mostrare quanto sia ragionevole seguire la pretesa di Gesù. Egli esamina ad una ad una le parole “insopportabili” di Gesù, per poi porre una domanda: come mai dopo la sua morte così ignominiosa i suoi seguaci non si sono dispersi ma in pochi anni il loro annuncio è arrivato in tutto il mondo?
L’unica, ragionevole spiegazione, avvalorata dalla ricerca storica, è che in lui avevano riconosciuto un uomo seguendo il quale potevano fare esperienza di una pienezza di vita.
Presentazione di S.E. Mons. Claudio Maniago