«Poi vissi a Parigi, nello stesso appartamento dove avevo dipinto la Crocefissione di Brooklyn. Sposai Devorah e traslocammo in Rue des Rosiers. Qualche anno dopo Devorah diede alla luce una bambina e la chiamammo Rochel, come la madre di Devorah, sia benedetta la sua memoria, che fu portata via durante un rastrellamento di ebrei francesi nel luglio del 1942. Noi la chiamavamo Rocheleh, piccola, adorata Rochel.»
Asher Lev è un ebreo osservante che, a dispetto delle circostanze più avverse, è diventato un pittore di fama internazionale. Quando muore un amato zio, deve intraprendere il viaggio di ritorno con la moglie e i due bambini da Parigi a New York.
Asher Lev sente che «qualcosa di strano sta accadendo a Brooklyn... una vaga sensazione di venire risucchiato» e quasi subito deve fronteggiare lo sdegno e l'animosità che le sue opere suscitano nel suo ambiente d'origine e le difficoltà che causano alla sua famiglia.
Dolorosamente, si ritrova al centro del conflitto tra la cultura in cui è nato e la cultura che ha forgiato per se stesso e che vent'anni prima l'aveva spinto all'esilio.