Da dove viene l’oscuro fascino che l’anarchia ha esercitato sull’anima dell’uomo di ogni tempo? Qual è l’origine di quella sete di illimitata libertà che già i Greci chiamavano hýbris e che secondo la tradizione cristiana ha trovato nella ribellione a Dio di Lucifero il suo Big Bang? Se l’angelo è, come l'uomo, creato buono e tendente naturalmente al Bene, come ha potuto il grande spirito ribelle emanciparsi dalla forza gravitazionale di questo Bene? Attingendo a fonti diverse, dalla letteratura (Dostoevskij, Tolkien) alla speculazione medievale (Tommaso d’Aquino), dalla riflessione trinitaria dei padri Cappadoci al Vangelo di Giovanni, l’autore ci conduce in un serrato viaggio dello spirito che, nel cercare di gettare luce su uno dei più oscuri enigmi che da sempre si impongono alla coscienza umana, finisce per diventare una meditazione sull’essenza del bene e sul significato di quella libertà che l’anarchico, ma si dovrebbe forse dire l’uomo d’oggi in generale, sembra aver più caro d’ogni altro bene.