Marta ha 11 anni, è una bambina strana. Pensa, parla e si muove fuori dall’ordinario. Un “fastidio” per molti, una “ferita senza cura” per i genitori, che oscillano tra rassegnazione e volontà testarda di volerla “normale”. Un enigma indecifrabile per il fratello Lorenzo, sedicenne in cerca di un proprio posto nel mondo.
Elia Ricci ha viaggiato per anni, è un vecchio cronista con l’occhio che scava tra le cose. È il nuovo dirimpettaio di casa Villari, dove abita Marta. Un fortuito incontro sulle scale del condominio è l’inizio di un’amicizia tra loro che è come aria fresca in una stanza chiusa da giorni.
Marta non guarirà da certe “manie”, ma nei brevi momenti trascorsi con Elia, sentirà di poter essere, finalmente, ciò che è. Anche Lorenzo, a cui nessuno, in famiglia, riserva il tempo di un’attenzione esclusiva, trova nella coetanea Ada qualcuno che “tocca i tasti giusti per risollevarmi”, che sa capirne i sogni e le ferite.
Solo così si vive fuori dal guscio: prendendo l’amore che qualcuno, dall’esterno, inizia a regalarci.
È il secondo pomeriggio di fila che vedo Marta china sulla scrivania.
«Ciao», le ho detto, ma lei non ha neanche alzato la testa.
Mi sono fiondato in cucina, ho aperto il frigo e ho pensato: mi sento come in questo vasetto di olive. Pressato, senza scampo.
E ho desiderato una sola cosa: qualcuno che da fuori rompesse il vetro e mi facesse uscire.