Arturo vestiva un'armatura d'argento tutta scolpita, portava un mantello rosso ed era scortato da ser Ector, da ser Kay e da altri cavalieri.
Nel silenzio e nella generale meraviglia egli avanzò lentamente, andando a fermarsi accanto alla misteriosa pietra. Tutti guardavano trattenendo il fiato.
Arturo allungò la destra, impugnò la spada e la snudò facilmente, sollevandola verso il cielo. «In ginocchio davanti al re!» gridò Merlino.