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L'esilio come patria

Versione cartacea

A cura di: Armando Savignano
Editore: MORCELLIANA
Genere: Filosofia contemporanea
ISBN: 9788837229153
Tipologia: Libro
Formato: 12x19,2
Anno di edizione:
A cura di: Armando Savignano
Editore: MORCELLIANA
Genere: Filosofia contemporanea
ISBN: 9788837229153
Tipologia: Libro
Formato: 12x19,2
Anno di edizione: 2016
L'esilio è, per così dire, la cifra del pensiero di Marìa Zambrano. Una condizione esistenziale, vissuta e pensata nei suoi fondamentali momenti (sradicamento, abbandono, solitudine, esser nulla), a partire dalla quale elabora la sua originale teoria della conoscenza: l'essere che noi siamo non è solo un cogito, un soggetto cartesiano, ma appunto un essere che patisce. La ragione in grado di coglierlo, che esce allo scoperto nell'esilio, è una ragione intuitiva prima che discorsiva e razionale: capace di rivelare. Emblematici in tal senso gli scritti sull'esilio - e dall'esilio - qui per la prima volta tradotti in italiano e tratti in gran parte da un'opera progettata dalla filosofa e rimasta incompiuta: l'esilio appare il luogo metafisico di tale "rivelazione", vera patria dove l'essere rinasce libero dalle coercizioni del pensiero dogmatico.
La filosofa MARÍA ZAMBRANO (Vélez Málaga 1904 - Madrid 1991) è stata una delle grandi figure della scena intellettuale del XX secolo, pensatrice originale e profonda, tra le prime donne spagnole a intraprendere la carriera universitaria. Fondò le riviste «Castilla» (1917) e «Segovia» (1919) e partecipò alle attività della Federazione Universitaria spagnola. Partecipò poi alla guerra civile e dopo l'ascesa di Franco fuggì con il marito in Cile; dopo tre anni ritornò in patria, nel tentativo di offrire il suo contributo alla morente repubblica, ma fu nuovamente costretta all'esilio a Parigi; ripartì poi per Messico, Cuba, Porto Rico e ancora Cuba (L'Avana), dove vivrà fino al 1953, tranne una breve parentesi parigina (1946-48) grazie alla quale conobbe Sartre, S. de Beuvoir ma soprattutto Camus. Dopo un periodo a Roma (1953-64), si trasferì in Svizzera, dove trascorse un lungo periodo di concentrazione e solitudine, per tornare definitivamente in Spagna nel 1984, dove le sarebbe concesso nel 1988 il prestigioso Premio Cervantes, attribuito per la prima volta a una donna e a una filosofa. Zambrano scrisse anche un'opera teatrale, La tumba de Antígona (La tomba di Antigone), pubblicata in Messico nel 1967 ma concepita trent'anni prima a Barcellona, durante la guerra civile.