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Martiri della fraternità

I quaranta seminaristi di Buta via di evangelizzazione

Versione cartacea

A cura di: Eugenio Dal Pane
Editore: ITACA
Pagine: 144
Genere: Religione e catechesi
Altri generi: Chiesa, Testimonianza
ISBN: 9788852607202
Tipologia: Libro
Formato: 14x21
Collana:
Anno di edizione:
Note: In uscita il 28 aprile
Percorsi: Cento ripartenze, Cercate il volto dei santi, Contro la guerra, Santi
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A cura di: Eugenio Dal Pane
Editore: ITACA
Pagine: 144
Genere: Religione e catechesi
Altri generi: Chiesa, Testimonianza
ISBN: 9788852607202
Tipologia: Libro
Formato: 14x21
Collana: Telemaco
Anno di edizione: 2022
Note: In uscita il 28 aprile
Percorsi: Cento ripartenze, Cercate il volto dei santi, Contro la guerra, Santi

Il 30 aprile 1997, quaranta seminaristi del seminario minore di Buta, in Burundi, furono barbaramente uccisi da miliziani hutu avendo rifiutato di dividersi tra hutu e tutsi. «Siamo fratelli,» dissero stringendosi gli uni agli altri, «non possiamo separarci». Avevano tra i 16 e i 24 anni. Così hanno proclamato la comune paternità in Dio e il primato del legame fraterno in Cristo. La Chiesa burundese ha aperto la causa di canonizzazione proponendoli come «martiri della fraternità».

L’autore di questo libro è testimone oculare del martirio dei quaranta seminaristi. Miracolosamente sopravvissuto, egli documenta non solo l’eccidio, ma soprattutto i molteplici frutti scaturiti da tale martirio.
Il suo racconto inizia con una domanda: come mai in un Paese che ha visto susseguirsi numerose crisi politico-militari a base etnica, caratterizzate da orrendi massacri e vendette di un’etnia sull’altra, si possono incontrare luoghi di fraternità così forte?
Descrivendo l’esperienza educativa nel seminario di Buta, egli mostra che l’opera di evangelizzazione e di educazione alla comunione con Dio e con i fratelli ha creato tra quei giovani una appartenenza a Cristo e tra loro più forte della loro appartenenza etnica.
Se è vero – riflette l’autore – che il Vangelo viene prima dei martiri, è altrettanto vero che la testimonianza dei martiri suscita una nuova ondata di evangelizzazione, perché rende visibile una vita desiderabile, fraterna, più forte dell’odio e delle divisioni.
Così un episodio accaduto in un angolo remoto dell’Africa diventa luce per tutti. Esso documenta che la radice della fraternità è racchiusa nella paternità di Dio. Conclude l’autore: «È attraverso la testimonianza di comunità autenticamente fraterne che la Chiesa è in Cristo la luce che attrae le genti». Speranza per il mondo.

Presentazione di Giovanni Mosciatti

Senza un’apertura al Padre di tutti, non ci possano essere ragioni solide e stabili per l’appello alla fraternità. 
La ragione, da sola, è in grado di cogliere l’uguaglianza tra gli uomini e di stabilire una convivenza civica tra loro, ma non riesce a fondare la fraternità.
Cercare Dio con cuore sincero ci aiuta a riconoscerci compagni di strada, veramente fratelli.

Papa Francesco

Marc Bigirindavyi nasce a Matana, nel Burundi, il 2 giugno 1969. Dopo gli studi classici, nel 1995 si laurea in Geografia e inizia a insegnare nel Seminario minore di Buta, nella diocesi di Bururi.
Il 30 aprile 1997 è testimone dell’uccisione di quaranta seminaristi da parte di una banda armata; il loro martirio contribuisce alla maturazione della sua vocazione.
Negli anni 1997-2004 si dedica agli studi di Filosofia e Teologia nei Seminari maggiori di Burasira, Bujumbura e Gitega.
Il 17 luglio 2004 viene ordinato sacerdote a Rumeza da monsignor Bernard Bududira.
Da novembre 2004 a luglio 2006 è vicerettore del Seminario di Buta, per poi diventare direttore del Liceo Nostra Signore di Lourdes di Rumeza da agosto 2006 a luglio 2016.
Nel settembre 2016 si trasferisce in Italia dove consegue, nel 2020, la Licenza  in Teologia dell’Evangelizzazione presso la Facoltà Teologica dell’Emilia-Romagna.
Dall’ottobre 2017 è vicario della parrocchia di San Petronio a Castel Bolognese.