Marco Martini è stato una singolare figura di economista-umanista. I testi qui raccolti nascono da un’approfondita conoscenza del sistema economico, unita a un’attenta osservazione del mondo del lavoro e della produzione. Essa lo ha portato alla convinzione che una concezione del sistema economico che pone al centro le macchine e i processi produttivi, subordinando ad essi la forza-lavoro, sia inadeguata in un contesto dove tutto cambia in tempi sempre più rapidi e dove il lavoro, da posto da occupare, diventa inevitabilmente un percorso tra occasioni molteplici.
Se il vecchio paradigma concepiva il sistema economico come un meccanismo anonimo il cui impersonale operare garantiva la ricchezza e il benessere, oggi «cresce la domanda di uomini capaci di responsabilità gratuita di fronte agli altri e alle cose, ma si scopre che essi sono estremamente rari».
Si tratta dunque di creare una nuova cultura del lavoro che rimetta al centro la persona, la sua capacità di intrapresa e di assunzione di responsabilità per correre insieme ad altri l’avventura del rischio dell’azione e rispondere all’appello infinito dei bisogni.
L’economia risulta così essere il frutto della tensione della persona al dominio sulle cose per costruire la casa comune degli uomini e il loro benessere.
La parola benessere, cioè “l’essere nel bene” di Aristotele, coincide con la parola felicità, che i filosofi ritenevano l’aspirazione tipica dell’uomo: l’uomo vuole il benessere, cioè vuole essere felice.
Che cosa spinge l’uomo a fare tutto quello che fa?
L’aspirazione al benessere.
Marco Martini
Prefazione di Giorgio Vittadini
Postfazione di Gian Carlo Blangiardo